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venerdì 9 ottobre 2009

L'inglese dei supermercati

Le chiacchiere in cinese sui balconi

La città dei poeti, di Vivian Lamarque (Il corriere della sera, 9 ottobre 2004)

Bloccati in auto dalle code, abbiamo modo di leggere tutto il leggibile che ci circonda. Sulla facciata di un grande
magazzino del centro troneggia questa scritta: «Vieni da noi a vivere la tua shopping experience anche di domenica». Shopping experience! I nostri occhi sono ormai abituati a tuffo, sono davvero ben allenati, ma questa shopping experience mi ha lasciata proprio esterrefatta. Grazie dell'invito gentili signori, ma credo che domenica preferirò la
reading experience di un libro sul divano, o la raccogline experience di foglie nel parco. Per caso siete aperti anche la sera, la notte? Anche lunedì? Anche martedì? Bene, allora potrò NON venire anche martedì 13, attratta da un titolo (benché tutto in italiano) di una serata «Chi ha paura della bellezza?», alla Casa della Poesia, curata da Tomaso Kemeny, o se mi abbatterà la pigrizia mi leggerò sempre sul divano il libro che la ispira con pensieri e versi di Conte, Copioli, Mussapi, Baudino, Zecchi, Neri, Carifi, Santagostini, ecc. «Le avventure della bellezza». Anche lui tutto in italiano, ma per chi rischiasse crisi di astinenza da lingua inglese contiene un «Fight fore Beauty», è Byron, può andare?
Anche le nostre orecchie sono abituate a tutto, eppure anche loro ieri sono riuscite a stupefarsi: due voci umane rimbalzavano da balcone a balcone. Possibile? Come ai tempi in cui i cortili interni brulicavano di vita, di voci, le facciate delle case non erano inquietanti distese di finestre chiuse e balconi deserti così simili alle distese di cellette negli ossari (e almeno quelle sono fiorite). Incredibile, una voce umana diceva e un'altra rispondeva. Come uccelli da ramo a ramo. Il dialogo era in credo cinese, peccato ma anche meglio, questo facilitava l'associazione al cinguettio. E durato pochi minuti, il tempo per una inquilina di stendere due camicie (camicie/nietzsche, rimava Gozzano!) e per l'altra di innaffiare una pianta, avranno parlato di figli? di costi? di scuola? Poi le finestre si sono richiuse, è tornato il silenzio. Con mio dispiacere, ma credo con soddisfazione della maggioranza (detta appunto silenziosa...). Se le due signore presunte cinesi avessero prolungato la loro chiacchierata, forse qualche italiano si sarebbe affacciato a rimproverare, come ho sentito fare una volta a città studi «ssss, ssss, non siamo mica nella giungla qui».
Sèm minga nella giungla, (sicuri?). Tuffo tace (televisori esclusi). Tutti fuori al lavoro (ma i fine settimana?) o davanti a qualche schermo. Sul balcone solo un minuto, in castigo, a fumare.