- giovedì 27 maggio 2010 ore 21
Poeti arabi contemporanei:
Fawzi Karim, poeta iracheno in esilio
- serata a cura di Fawzi Al Delmi
- Introduzione di Fawzi Al Delmi.Lettura di testi di due pionieri del movimento del verso libero, Badr Shakir as-Sayyab (Iraq) e Salah Abdul-Sabur (Egitto).Le traduzioni dall'arabo di Fawzi Al Delmi e di Paolo Minganti verranno lette da Amos Mattio.
Introduzione di Fawzi Al Delmi.
Lettura di testi di due pionieri del movimento del verso libero, Badr Shakir as-Sayyab (Iraq) e Salah Abdul-Sabur (Egitto).
Le traduzioni dall'arabo di Fawzi Al Delmi e di Paolo Minganti verranno lette da Amos Mattio.
Note biografiche dei poeti
FAWZI KARIM
Nato nel 1945 a Baghdad (Iraq). Ancora adolescente frequenta una biblioteca della città vecchia dove scopre autori occidentali come J.P. Sartre. Conseguita la laurea in letteratura araba all'Università di Baghdad, inizia a insegnare in una scuola superiore da cui viene allontanato per sospetti di simpatie comuniste agli inizi del regime di Saddam Hussain.
Fin da quei tempi Fawzi Karim non trova paradossale considerare sia il patrimonio culturale sia la modernità (passato e presente) come riferimenti fondamentali per la sua cultura e la sua poesia. La tradizione culturale trasmette alla sua formazione spirituale un senso profondo della lingua e la coscienza della storia e della sua continuità. La cultura moderna è per lui una finestra che si affaccia sull'infinito.
La sua prima raccolta dal titolo “Dove iniziano le cose” del 1969 è velata di tristezza e solitudine e ha un timbro lirico.
Nei primi anni '70 è in esilio a Beirut e il tema dell'esilio comincia ad essere un elemento molto profondo in lui perché vive all'interno di una società la cui cultura è caratterizzata da molti conflitti e contraddizioni di tipo politico, ideologico e religioso. Fawzi Karim non prende parte a questi conflitti ma ne subisce le conseguenze e questo ha avuto riflessi sulla sua scrittura.
Nel periodo di esilio a Beirut il senso di isolamento si acuisce, ma anche la voglia di andare oltre, di contrastare gli eventi. La sua voce prende un timbro più di protesta e i suoi versi sono più lirici.
In questi anni pubblica “Dell'esilio e la coscienza dell'esilio” (1972) e l'importante raccolta “Alzo le mani per protesta” (1973).
Torna in Iraq, ma gli anni trascorsi lì fino 1978 sono di grande tensione. C'era un diffuso senso di sconfitta e di impotenza a causa del regime totalitario che precludeva ogni possibilità di uno sviluppo reale della cultura. Anche le sue poesie sono pervase di questa tensione, anche se è percepibile la voglia di evadere, di cercare un barlume di luce.
Nel libro di poesie “Alzo la mani per protesta” proclama la sua ferma opposizione a ogni forma di repressione, fatto che lo porta di nuovo, definitivamente in esilio, stavolta a Londra dove attualmente vive.
Nel 1983, 1988, 1990 pubblica altre tre raccolte di poesie. Nel 1995 esce una versione in francese dei suoi versi dal titolo “Continent de douleurs”.
Ha scritto un libro sulla musica e sul rapporto esistente tra ritmo musicale e ritmo poetico oltre ad alcuni libri di saggistica dedicati allo studio della nuova poesia araba. Cura una rivista on-line “Momento poetico”. E' sposato e ha due figli.
SALAH ABD AL SABUR
Nel panorama della poesia araba contemporanea e di quella egiziana in particolare, Salah Abd al Sabùr occupa uno spazio di rilievo tra le diverse tendenze poetiche innovative che hanno caratterizzato gli anni sessanta e settanta. La sua esperienza è senz’altro singolare. Si è presto distinto, per stile e contenuti, in un contesto d’intensa attività culturale, dibattiti e sperimentazione di nuove soluzioni formali ed estetiche. Con l’uso di un lessico poetico “semplificato”, il poeta si accosta a un linguaggio popolare e a un mondo immediatamente riconoscibile perché parte di un’esperienza condivisa. Attraverso una scelta accurata di vocaboli, mediati dalla sensibilità poetica, cade il muro tra il linguaggio consueto della vita quotidiana e quello cosiddetto “fusha”, cioè la lingua classica.
Nato in Egitto nel 1931, frequenta l’università del Cairo e si laurea in lingua e letteratura araba nel 1951. Inizia a lavorare nel campo dell’insegnamento e collabora con la rivista culturale “Rozelyousif”. Negli anni sessanta si trasferisce al prestigioso Al Ahram, il più importante quotidiano egiziano e riveste posizioni di rilievo al ministero della cultura. In un clima di tensione politica che permea anche l’ambiente in cui opera, tra il 1970 e il 1972 si trasferisce in India, come addetto culturale, dove scrive riflessioni che vengono poi pubblicate nella sua ultima raccolta “Navigare nella memoria”. Torna in patria in un momento di crisi per la cultura egiziana. Anwar al-Sadat, (il presidente della Repubblica, successore di Nasser, che sarà assassinato dai Fratelli musulmani nel 1979) chiude in quel periodo la maggior parte delle riviste culturali che non avallavano la sua politica. Abd al Sabùr accetta di dirigere la rivista culturale “Al Katib” boicottata da quasi tutti gli intellettuali progressisti. Entra in crisi per una serie di scelte discutibili tra le quali accettare la presidenza della “Commissione generale del Libro” e la presidenza della Fiera del Libro, a cui partecipava per la prima volta Israele. Muore nell’agosto del 1981.
BADR SHAKIR AS-SAYYAB
Nato nel 1926 a Giaykùr, un piccolo villaggio vicino a Bassora nell'Iraq meridionale, da una famiglia di umili condizioni. Compiuti i primi studi a Bassora, si iscrisse alla scuola superiore di magistero a Baghdad dove si diplomò nel 1948 dopo essersi specializzato in letteratura araba e poi in lingua e letteratura inglese.
E' stato uno dei più grandi esponenti della letteratura araba, le cui sperimentazioni consentirono di cambiare il corso della poesia araba moderna. Alla fine degli anni '40, con un piccolo gruppo di poeti iracheni fra i quali Nazik al-Malai'ka, seguita a breve da Abdul Wahab al Bayati, lanciò il “Movimento del verso libero” dandogli credibilità con molte sue poesie pubblicate negli anni '50. Tra queste il “Canto della pioggia” che attirò l'attenzione sull'uso del mito in poesia. Rivoluzionò tutti gli elementi poetici svincolando la poesia dai canoni metrici tradizionali e avvicinandola a contenuti più attuali. Scrisse testi profondamente coinvolti nel politico e nel sociale, così come molte poesie personali. Il poeta palestinese Mahmoud Darwish fu molto colpito e influenzato dalla sua poesia.
Nel 1961 partecipa al convegno internazionale sulla letteratura araba svoltosi a Roma fra il 16 e il 20 ottobre.
Da iniziali posizioni marxiste, as-Sayyab confluì nel movimento nazionalista, sempre senza eccessi. Verso i trentanni fu colpito da una malattia nervosa degenerativa e morì in povertà all'ospedale di Kuwait City nel 1964.