- giovedì 21 marzo 2024 19:00
François Villon: la figura più sfuggente, misteriosa della poesia francese
- serata a cura di Giacarlo Pontiggia
Un chierico, un assassino, una maschera buffonesca, che si agitano in una Parigi prostrata dalla fame e dal freddo, stremata da una guerra interminabile.
Sfuggente come la natura stessa della sua poesia, in cui la parodia burlesca e la dissacrazione della tradizione cortese convivono con lo struggimento esistenziale, l’inquietudine metafisica.
Un universo pullulante di cose, di figure, di immagini, di pensieri che si contraddicono, e che trovano la loro paradossale sintesi proprio nella commistione di aulico e di volgare, di letterarietà e di realismo concreto, stridente, brutale.
Una parola brulicante di morte, di disastro, ma resa con un’energia vitale che tocca gli estremi della preghiera e dello sberleffo.
Di questo poeta leggeremo qualche ballata, tra le più celebri, come quella degli impiccati, o delle dame di un tempo.
Un frammento:
E muore Paride, muore Elena,
chiunque muore, muore con dolore
e perde il fiato, perde il respiro,
il fiele gli si spacca sopra il cuore,
poi suda, Dio sa con quale sudore...
Non c’è chi dei suoi mali lo sollevi,
non c’è figlio, fratello né sorella
il quale vorrebbe subentrargli in sella.
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